Bianca come il latte, rossa come il sangue [Full HD]

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    Bianca come il latte,
    rossa come il sangue




    ★ Locandina ★

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    ★ Informazioni generali ★

    Titolo originale: Bianca come il latte, rossa come il sangue
    Lingua originale: italiano
    Paese di produzione: Italia
    Anno: 2013
    Durata: 102 minuti
    Genere: commedia, drammatico, romantico
    Valutazione IMDb: 6,1/10
    Valutazione Comingsoon: 4,3/5
    Valutazione MYmovies: 2,8/5



    ★ Sinossi ★

    Tratto dall'omonimo best seller di Alessandro D'Avenia, il film narra la storia di Leo, un adolescente come tanti che gioca a calcetto, ascolta musica a tutto volume e a scuola è tutt'altro che uno studente modello, che però ha un preciso nemico che lo atterrisce: il bianco. Il bianco è l'assenza. Tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell'amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice, la ragazza di cui è pazzamente innamorato ed a cui non ha il coraggio di dichiarare i propri sentimenti.
    Quando riuscirà finalmente ad avvicinarsi alla ragazza, tuttavia, scoprirà che lei sta vivendo un grande dolore, un dolore che fra l'altro ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa. E per questo Leo, appoggiato inaspettatamente da persone sulle quali non avrebbe mai sperato, si troverà a crescere, a scavare a fondo dentro sé, a fare delle scelte, sanguinando e rinascendo, per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande.



    ★ Trailer ★

    icona-streaming Guarda il trailer ufficiale in italiano



    ★ Cast ★

    Regia: Giacomo Campiotti
    Soggetto: Alessandro D'Avenia, Fabio Bonifacci
    Sceneggiatura: Alessandro D'Avenia, Fabio Bonifacci
    Produttore: Luca Bernabei, Matilde Bernabei
    Produttore esecutivo: Daniele Passani
    Casa di produzione: Lux Vide in collaborazione con Rai Cinema
    Distribuzione (in Italia): 01 Distribution
    Fotografia: Fabrizio Lucci
    Montaggio: Alessio Doglione
    Effetti speciali: Louis Craig
    Musiche: Andrea Guerra, Modà
    Scenografia: Paola Bizzarri

    (Tabella personaggi/interpreti in allestimento...)



    ★ Qualità ★

    logo-1080p-dts5.1-dd5.1

    Formato video: MKV ad altissima definizione (risoluzione: 1920x1040 pixel; fonte: BDRip)

    Lingue e formati audio:

    1. Italiano - DTS a 5.1 canali [bitrate: 768 kbps]
    2. Italiano - Dolby Digital a 5.1 canali [bitrate: 640 kbps]

    Sottotitoli:

    1. Italiano (completi)
    3. Inglese (completi)

    N.B. L'ascolto in multicanale (e, più in generale, nelle codifiche Dolby Digital e DTS) e la visualizzazione dei sottotitoli completi sono operazioni eseguibili soltanto attraverso il download.
    Nello streaming, l'audio è in due canali (formato: AAC a 160 kbps) ed i sottotitoli non sono presenti poiché non necessari per la comprensione del film.



    ★ Trama completa ★


    Leo è un giovane liceale del terzo anno che ama le chiacchiere tra amici e il calcetto. Ha un sogno: è innamorato di Beatrice, una ragazza più grande di lui di un anno e che vede solo a scuola o alla fermata dell'autobus. Leo ha anche una compagna di classe che conosce dall'infanzia e che è innamorata di lui da alcuni anni, Silvia, che frequenta spesso e con la quale si confida perché considera la migliore amica. Dopo le vacanze di Pasqua, Leo scopre che Beatrice è ricoverata in ospedale perché affetta da leucemia. Questo porterà Leo a fare di tutto pur di conoscere la ragazza e continuare a credere nel suo sogno: decide di diventare donatore di midollo osseo, nella convinzione di poter salvare Beatrice. Ma il midollo osseo non risulta compatibile a quello di Beatrice e Leo, disperato, cerca di farla felice e realizzare i sogni della ragazza. Intanto, a scuola, il protagonista instaura un rapporto di amicizia con il giovane supplente di lettere. L'insegnante incoraggia i suoi alunni a credere nei propri sogni, e Leo tormentato da tutto questo chiede aiuto proprio al supplente, soprannominato il sognatore. Silvia si è pentita di avere dato a Leo il numero sbagliato di Beatrice, e lo incoraggia così a dichiararle il suo amore. Beatrice conoscendo i due compagni di classe intuisce che sono fatti l'uno per l' altra e confida a Leo che quello è l'amore vero. La ragazza è molto ammalata, ma mente dicendo a Leo di aver trovato un donatore di midollo osseo compatibile con il suo, che sarebbe andata in Francia con la sua famiglia per due mesi e infine gli chiede di non chiamarla. Quando Beatrice muore, Leo si ritrova senza più sogni per cui vivere, ma in compenso trova l'amore di Silvia. Il film termina con la fine dell'anno scolastico e la vincita della coppa del calcetto, da parte della squadra di Leo.




    ★ Produzione, distribuzione e colonna sonora ★


    Le riprese del film sono iniziate a Torino il 26 maggio 2012 per una durata di sei settimane.
    Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 4 aprile 2013 dalla 01 Distribution. Il primo week-end di programmazione ha incassato 1.163.036 €. Non è stato invece distribuito nel circuito del noleggio DVD.

    Le musiche originali del film sono state composte da Andrea Guerra. La canzone principale del repertorio della colonna sonora è Se si potesse non morire dei Modà, classificatasi terza al Festival di Sanremo 2013. Sono presenti anche Come un pittore e Tappeto di fragole sempre dei Modà e Tutta scena di J-Ax.




    ★ Recensione di Bestmovie.it


    Non è facile adattare un romanzo di così grande successo come “Bianca Come il Latte, Rossa Come il Sangue” sul grande schermo, perchè si tende a fare sempre lo stupido confronto con il romanzo originale, ed è ovvio che nella maggior parte dei casi vinca il romanzo originale ma non sempre l’adattamento cinematografico si rivela inferiore al libro, come in questo caso. Giacomo Campiotti, con l’aiuto dello sceneggiatore Alessandro D’Avenia (autore anche del libro originale, nonchè un docente), è riuscito a realizzare una splendida pellicola, comica e drammatica, sentimentale e delicata, dove riso e pianto sono egregiamente calibrati. Una storia appassionante e tenera, per nulla pretenziosa che è riuscita a riportare al cinema italiano un pò di “verve”!

    Il film oltre ad una splendida sceneggiatura, è ottimamente supportato da una splendida colonna sonora, curata dai Modà, e da un cast di attori ben assortito, non solo nel reparto degli attori già avviati (Luca Argentero, Flavio Insinna, Filippo Scicchitano …) ma anche nei ragazzi semi-debuttanti o alle prime armi (Gaia Wess, Aurora Ruffino), che ci hanno regalato delle ottime performance, degne di attori con carriere ben avviate. Altro punto di forza sono gli argomenti trattati, oltre all’adolescenza il film si sofferma anche su : le ansie dei genitori, l’importanza della cultura come mezzo per migliorare se stessi e il mondo, la morte, l’eutanasia e la leucemia (argomento sul quale il flm non ci risparmia nulla, facendoci vedere come può logorare e deteriorare la vita umana). “Bianca Come il Latte, Rossa Come il Sangue” è la pellicola che tutti noi aspettavamo da tempo, film coraggioso e delicato.




    ★ Recensione di Comingsoon.it


    A un primo sguardo, il fenomeno Alessandro D’Avenia somiglia molto al caso Federico Moccia.
    Entrambi, infatti, hanno scritto un libro in parte autobiografico che è diventato rapidamente un fenomeno di culto, una piccola “Bibbia” delle nuove generazioni che si sono rispecchiate nelle situazioni e nei personaggi descritti.
    In realtà, le analogie fra i due autori si fermano qui, perché gli adolescenti dell’inventore di “Tre metri sopra il cielo”, mutuati dai ragazzi degli anni ’80 e così attenti a griffe e soprannomi, non hanno la sensibilità, la tenerezza e lo spessore dei protagonisti di “Bianca come il latte, rossa come il sangue”.

    Che un romanzo così popolare diventasse un film era solo questione di tempo e non stupisce che l’artefice del passaggio dalla pagina al grande schermo sia stato il regista italiano forse più bravo a raccontare l’età dell’incertezza, delle infinite possibilità e dell’appassionata mutevolezza: quel Giacomo Campiotti che ama definirsi un eterno Peter Pan e che ha negli occhi l’entusiasmo di un ragazzino.
    Nelle sue mani, il libro di D’Avenia è diventato un film che perfino nello stile - dai movimenti di macchina alla fotografia, dai costumi al montaggio - riproduce la volubilità, l’incostanza e la gioia di vivere dei ragazzi di sedici anni, aggrappandosi ostinatamente a questa leggerezza formale perfino quando la commedia scolora nel dramma e la felicità rischia di essere annullata dal dolore.
    Già, perché il nuovo film del regista di Come due coccodrilli non è l’ennesima variante di una romcom imperniata sul sempiterno gioco del “m’ama, non m’ama”, ma una lucida riflessione sulla morte, impietosa signora che spazza via il rosso dell’amore per colorare di bianco il sangue di una studentessa di liceo che cerca disperatamente un donatore di midollo compatibile.

    Lungi dall’essere un trito cancer-movie, di cui non ha né la retorica né il fastidioso indugiare sulla rovina del corpo, Bianca come il latte, rossa come il sangue è semplicemente una lucida presa di coscienza di come una vita possa essere interrotta proprio quando è più pulsante e in corsa libera verso il futuro. E siccome il punto di vista è sempre quello del protagonista Leo, portatore sano di esuberanza, positività e di una spontaneità che è anche quella di Filippo Scicchitano, nemmeno nei momenti più cupi il racconto si fa ricattatorio.
    E’ un film che piacerà ai ragazzi Bianca come il latte, rossa come il sangue, e anche alle ragazze, che se avessero un professore di italiano charmant come Luca Argentero di sicuro studierebbero Dante con solerzia. Gli adulti, invece, potranno riconoscersi nel senso di impotenza che provoca una grave malattia e negli interrogativo che Campiotti e D’Avenia sollevano circa l’esistenza di un Dio cristiano da cercare per avere conforto o da condannare per le cose brutte che succedono nel mondo.

    Di Bianca come il latte convince soprattutto la seconda parte, quella in cui lacrime e sorrisi coesistono. La prima, volutamente scanzonata, non trae certo beneficio dalla voce-off, scontato escamotage a cui i nostri sceneggiatori continuano a ricorrere soprattutto quando portano al cinema romanzi narrati in prima persona.
    Con educazione vorremmo dire loro che, se un personaggio è ben scritto e caratterizzato, non c’è bisogno né di spiegazioni né di presentazioni. Le immagini in movimento hanno da sempre il grande pregio di costituire un linguaggio autonomo e decifrabile, tanto più comprensibile quando esiste una colonna sonora che ha valore diegetico. Qui il compito spetta ai Modà, che con la struggente “Se si potesse non morire” danno voce alle emozioni di un film che, anche nei momenti più terribili, resta pieno di vita.




    ★ Recensione (e critiche) di FilmUP.com


    Gli amanti del buon cinema, inteso come arte di qualità e fatta con "buone intenzioni", negli ultimi tempi hanno tirato un sospiro di sollievo nel constatare che film come "Tre metri sopra il cielo" non erano più in produzione così frequentemente. Ma la quiete non è durata molto: all’orizzonte si vede un nuovo prodotto confezionato a tavolino appositamente per soddisfare le esigente e i gusti di una fetta ben specifica di pubblico, culturalmente molto poco preparata o, peggio, mal preparata.
    Il protagonista di questa storia è un sedicenne innamorato di una ragazza che però sembra non notarlo, almeno all’inizio. Leo (Filippo Scicchitano) non sa come conquistare Beatrice (Gaia Weiss) e si rivolge sempre alla sua migliore amica Silvia (Aurora Ruffino) per avere consigli su come muoversi dentro un campo per lui ancora sconosciuto: l’amore. Quando Leo finalmente conosce la sua amata, scopre che lei ha tutt’altro per la testa e che sta soffrendo molto.
    L’esperienza tragica di Beatrice lo farà maturare e gli farà aprire gli occhi sulla realtà: l’amore, quello vero, l’ha sempre avuto accanto ma non se ne è mai accorto.
    "Bianca come il latte, rossa come il sangue" si presenta come una storia molto semplice all’interno della quale si muovono personaggi stereotipati che hanno in bocca battute piuttosto scontate e che poco hanno da offrire ad un pubblico adulto. Infatti, appare chiaro fin dalle prime scene che si tratta di un film diretto a un target ben definito: spettatori – solo – adolescenti.
    Le canzoni dei Modà accompagnano i momenti più intensi della storia e svolgono un po’ il ruolo dei successi di Tiziano Ferro in prodotti come "Ho voglia di te". Il gruppo musicale trova consensi soprattutto tra le ragazze adolescenti e si inserisce perfettamente nell’immaginario che le coinvolge. E proprio come in un film tratto da un romanzo di Federico Moccia, in "Bianca come il latte, rossa come il sangue" non c’è traccia del mondo esterno: crisi economica e finanziaria, immigrazione e fattori sociali pare non esistano nemmeno. I personaggi vivono in una Torino calma e tranquilla, una città che li protegge in tutto e per tutto. C’è solo uno spettro tremendo che annerisce tutta la vicenda: la malattia che blocca una vita giovanissima. Un argomento così delicato e drammatico, che viene probabilmente dal romanzo omonimo che ha ispirato il film, è trattato però in modo superficiale e a volte persino sgradevole.
    Anche dal punto di vista tecnico, il film di Giacomo Campiotti lascia un po’ a desiderare: una regia piuttosto semplice, funzionale al racconto, si dimostra insufficiente in alcune sequenze, che non filano correttamente anche a causa di un lavoro poco attento in sede di montaggio. Ma questi sono dati di poco conto se pensiamo al contenuto di un prodotto che viene definito "commedia": di divertente c’è ben poco, considerando che molte gag sono praticamente usurate e straviste, al cinema come in televisione. Il giovanissimo pubblico potrà però godere di alcuni inserti grafici e soluzioni visive efficaci e piacevoli.
    In un clima di recitazione non proprio entusiasmante, Flavio Insinna, nei panni del padre di Leo, spicca per presenza scenica; peccato che gli sia toccata la parte della macchietta romanaccia (ennesimo stereotipo tra stereotipi). Persino Luca Argentero, il giovane professore di terza, solitamente un attore piacevole, risulta un po’ scontato e posato a causa della caratterizzazione monodimensionale del personaggio che interpreta.
    Il film in questione non è chiaramente un prodotto valido; il dato però più grave è la sua natura di offerta preconfezionata. Insomma, con poca qualità di contenuti e di forma, lo strappo del biglietto è comunque assicurato.




    ★ Film ★


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    Edited by Admin FoC - 6/9/2015, 12:07
     
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